5253 La funzione del ricevente la Parola - Grazie e doveri
12 novembre 1951: Libro 58
Vi è stato assegnato un bel compito ad essere mediatore fra Me e gli uomini. Questa funzione di mediatore richiede l’adempimento di condizioni, come però carica anche doveri. Da voi viene pretesa una attività in un lavoro spirituale che è inevitabilmente necessario per la Redenzione dello spirituale. Posso esigere un tale lavoro solo dove esiste la capacità, per cui scelgo i Miei collaboratori fra gli uomini che per questo sono bensì chiamati tutti, ma non tutti assecondano tutte le pretese che sono poste ad un tale lavoro. Io Stesso scelgo coloro che considero idonei.
Una funzione da mediatore è anche collegata con una certa distribuzione di Grazia, perché altrimenti la forza non basterebbe per poterla gestire, perché questo significa un trasmettere qualcosa di Divino agli uomini che ne soffrono la mancanza. Ma se un uomo deve offrire ai suoi prossimi qualcosa di Divino, allora lui stesso lo deve dapprima aver ricevuto e poi condurre oltre, cioè ricevere tanto come una insolita Grazia che in sé lui stesso non merita, perché il suo stato di maturità non ha raggiunto il grado per essere provveduto con la divina Irradiazione di Grazia. Ma la miseria spirituale degli uomini richiede un insolito Aiuto, quindi un apporto di Forza spirituale gli può giungere solo sulla via della trasmissione. Perciò come mediatori sono idonei solo tali uomini che rivolgono a Me totalmente la loro volontà, che hanno stabilito il rapporto di figlio con Me e chiedono a Me umilmente l’apporto di Grazia, per poter assistere i loro prossimi di cui riconoscono la miseria spirituale e che vorrebbero aiutare. Prendo volentieri nel Mio Servizio questi uomini e benedico il loro amore per Me e per i prossimi e li copro con Grazie, perché Io sò davvero che costoro la usano anche bene. Ma Io guardo nei cuori di coloro che Mi vogliono servire e provvedo ognuno secondo lo stato del suo cuore. E quindi giudico secondo il grado dell’amore disinteressato per il prossimo, perché questo determina la misura di Grazia che ora posso elargire. Questa è la prima condizione di servire Me come mediatore, che ora lo colma il puro amore disinteressato per il prossimo, perché solo questo stabilisce il legame fra lui e Me e lo rende idoneo come un mediatore. Inoltre deve colmarlo il desiderio di venire a conoscere da Me il buono, giusto ed il vero ed appunto dare oltre questo buono, giusto e vero nella conoscenza che queste cose mancano ai prossimi. E questo lo deve chiedere a Me di cuore e nella profondissima umiltà, che Io aiuti tutti gli uomini tramite lui. Allora elargisco smisuratamente i Miei Doni di Grazia e non lascio nessuna richiesta inesaudita, perché è la miseria spirituale che induce i Miei servitori di mettersi a disposizione per Me ed i prossimi. E quindi è idoneo come collaboratore nella grande Opera di Redenzione e viene accettato da Me. (12.11.1951) Ma ora ha anche un dovere, di lavorare con il Tesoro di Grazie che riceve ora costantemente da Me, perché è mediatore, deve stabilire il collegamento fra Me e gli uomini, deve anche distribuire i Doni che sono destinati a tutti, deve intervenire là dove il Mio diretto Agire non è ancora possibile. Voglio dare a tutti gli uomini ciò di cui hanno bisogno, ma Me lo rendono quasi sempre impossibile, non possono essere provveduti in modo sopranaturale, e perciò Mi servo di uomini volenterosi che ora sono attivi su Mio Incarico, che sono mediatori fra Me e gli uomini.
Il lavoro di portare oltre il Mio Tesoro di Grazie è della più grande importanza e dev’essere da Me urgentemente preteso, quando Mi si offrono servi per il lavoro nella Mia Vigna. L’apporto della Mia Grazia sulla Terra sarebbe del tutto inutile, se dovesse servire solo ad un uomo, benché deve aiutare anche lui stesso alla Beatitudine. Ma l’attività d’amore che viene pretesa tramite la Mia Parola, consiste nel dare, nel distribuire di ciò che manca all’altro.
Ma lascio irradiare la Mia Parola sulla Terra, perché l’intera umanità ne soffre la mancanza e perché le deve essere guidata in un modo che non la costringa alla fede. Questo può avvenire solo tramite uomini che stanno con Me in collegamento così da sentire la Mia Parola, che però hanno il contatto anche con i loro prossimi, per poterla di nuovo dare oltre. Chi dunque riceve la Mia Parola come mediatore, ha anche da prestare di un grande lavoro, ad essere annunciatore della Mia Parola, di parlare sempre, quando per questo si offre l’occasione, di guidare a Me i pensieri dei prossimi e di menzionare sempre il Mio Amore ed il Mio Agire, di portare fuori nel mondo il Mio Vangelo.
Una tale funzione di mediatore non dev’essere sentita come peso, dev’essere gestita con gioia e dedizione ed essere il simbolo dell’amore servente. E’ la più grande opera d’amore che un uomo può compiere, di salvare l’anima del prossimo dall’oscurità. E’ la più grande opera di misericordia di aiutare un’anima malata alla guarigione ed è per Me un’opera oltremodo compiacente dell’amore figliale, quando il Mio Incarico viene compiuto in umiltà ed obbedienza. Quello che Io dò, è sempre destinato a tutte le Mie creature, se non vi si oppongono, se non rifiutano il Mio Dono di Grazia. Perciò voi, Miei messaggeri d’amore e di Luce, Miei operai nella Mia Vigna, non dovete temere nessuna fatica, quando si tratta ad essere diffusori della Mia Dottrina d’amore. Dovete annunciare colmi di fervore il Vangelo ai prossimi, dovete dare loro conoscenza del sapere che rende felice anche voi stessi e dovete testimoniare del Mio Amore e della Mia Potenza; dovete presentarMi agli uomini come un Dio dell’Amore, come un Padre Che desidera i figli Suoi che trasmette loro la Sua Parola, affinché diventino beati. Dovete comunicare di Me e del Mio Amore, della Mia Sapienza e Potenza, ed allora gestite giustamente la funzione per la quale Io vi ho scelti.
Amen
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