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Life - activity.... inactivity – lifelessness....

To live means to be continuously active.... The state of inactivity is, as it were, a persistence in lifelessness; it is something will-less, bound; it is a standstill of vigour, and all these are the signs of death. Everything that is alive, i.e. active, brings about something new, in that what is does not remain in the same state but is constantly changing, otherwise it could not be called life.... while what is dead remains unchanged. However, that which appears dead in itself can also harbour an inner life, i.e. it can harbour a power that drives the apparently lifeless to activity.... thus only the outer form can be called lifeless as long as it is not allowed to be active.... while the force, the spiritual in the form, is willing to be active because it no longer likes being inactive. This will of the dead, which desires to live, is like the awakening from the deepest night. And this becomes outwardly noticeable in almost imperceptible changes that now come to light.... Life begins when the previous form is remodelled, i.e. becomes active in itself. The activity of such seemingly lifeless forms is not recognizable to the eye because it initially takes an infinitely long time, so the form is seen as lifeless. However, once the will of the spiritual in this form has been turned towards becoming active, the dead state is also overcome and every second now brings about changes, even if they are minimal. And the life that thus begins is also the beginning redemption of the spiritual from the form. For to be active also means to serve.... it means carrying out something that corresponds to divine will, and divine will has assigned a meaning and purpose to every activity. And if the purpose is fulfilled, this is serving.... consequently, whatever wants to live must be active, i.e. serve. If, however, the will to serve is completely absent, then we can only speak of something dead, for then the beingness in the form still remains in resistance. It cannot decide to serve, is will-less, inactive, thus completely lifeless, although the form harbours spirituality within itself, which is, however, still full of rebellion against the power that has determined it to serve. This beingness is still devoted to God's adversary and he prevents it from serving. Hence God also takes away all power from it to be active because this activity would again only apply to God's adversary. And the beingness will not be released from its lifeless state until it has expressed its will to be of service itself. Only then will the external form be loosened, that is, it can change within itself, and it is possible that it will completely reshape itself after an inconceivably long time and that this will also happen visibly to people, so that life is now also recognizable externally.... thus the form can no longer be called lifeless since it now testifies to constant activity, thus to life....

Amen

La Vita – L’attività ; L’inattività - L’assenza di vita

La Vita significa essere ininterrottamente attivo. Lo stato di inattività è contemporaneamente un sostare nell’assenza di Vita; è qualcosa come l’assenza di volontà, qualcosa di legato: è uno stato fermo della forza d’azione, e tutti questi sono segni di morte. Tutto ciò che vive, è quindi attivo, procura qualcosa di nuovo, mentre ciò che è, non sosta nello stesso stato, ma cambia continuamente, altrimenti non potrebbe essere chiamato vita, mentre la morte rimane immutata. Solo ciò che appare morto può celare in sé anche una vita interiore, cioè in esso può dimorare una Forza, che spinge all’attività ciò che sembra morto, quindi può essere chiamata senza vita solamente la forma esterna, finché non viene ammessa ad una attività, mentre la Forza, lo spirituale nella forma, vuole essere attiva, perché non le piace più l’inattività. Questa volontà dello spirituale morto che desidera vivere, è uguale al risveglio dalla profondissima notte. E questo si fa notare anche all’esterno in cambiamenti quasi impercettibili, che ora si manifestano. Comincia la vita, mentre la forma attuale si trasforma, quindi diventa attiva in sé stessa. L’attività di tali forme apparentemente senza vita non è riconoscibile all’occhio, perché inizialmente richiede un tempo infinitamente lungo, perciò la forma viene considerata come morta. Ma se una volta la volontà dello spirituale in questa forma era rivolta ad un divenire attivo, è superato anche lo stato morto, ed ogni secondo procura ora anche solo dei minimi cambiamenti. E la vita che così comincia è anche l’iniziale liberazione dello spirituale dalla forma, perché essere attivo significa anche servire, significa eseguire qualcosa che corrisponde alla Volontà divina e questa ha assegnato ad ogni attività un senso ed uno scopo. E quando viene adempiuto lo scopo, questo è un servire, di conseguenza, ciò che vuole vivere, dev’essere attivo, quindi servire. Ma se manca del tutto la volontà del servire, allora si può parlare solo di qualcosa di morto, perché l’essenziale nella forma rimane nella resistenza. Non può decidersi per il servire, è senza volontà, è inattivo, quindi totalmente senza vita, anche se la forma cela in sé dello spirituale, che però è ancora nella totale ribellione contro la Potenza, la Quale lo ha destinato al servire. Questo essenziale è ancora dedito all’avversario di Dio, e questo lo ostacola nel servire. Quindi Dio gli toglie anche ogni Forza per essere attivo, perché questa attività sarebbe di nuovo rivolta soltanto all’avversario di Dio. E l’essenziale viene liberato dallo stato senza vita non prima che esso stesso non abbia annunciato la sua volontà di essere attivo servendo. Solo allora la forma esterna viene allentata, cioè può mutare in sé, ed allora esiste la possibilità che possa cambiare totalmente dopo un tempo di inimmaginabile lunghezza e questo si svolge ora anche visibilmente davanti agli uomini, in modo che ora è riconoscibile anche una vita esteriormente, quindi la forma non può più essere chiamata senza vita, dato che ora testimonia di una costante attività, quindi di vita.

Amen