6988 Tormenti dell’essere senza auto consapevolezza
8 dicembre 1957: Libro 74
Siete stati creati per l’Eternità. Perciò non potete mai più svanire in eterno, benché abbiate avuto un inizio. Ma vi potevate modificare nel vostro essere, e lo avete anche fatto e vi siete con ciò temporaneamente derubati della consapevolezza dell’io. Avete continuato ad esistere, ma non vi era più consapevole il vostro essere. Ciononostante questo stato non era nessuna beatitudine, non era uno svanire beato in un nulla, ma era uno stato di tormento perché significava per lo spirituale una volta creato libero essere legato, che percepiva anche questo stato legato come tormento. Ma dato che ora rimanete eternamente esistenti, dovete anche poter gioire della vostra esistenza, dovete vivere in uno stato beato, cioè poter agire per la vostra gioia nella Forza e nella Luce. Questa è la vostra meta, la meta dello spirituale una volta creato da Me, che viva e sia attivo nella Mia Volontà, che sia pieno di Luce e di Forza come Me e che possa attivarsi in modo creativo e formativo per la propria felicità. Ma innumerevoli esseri irradiati da Me nella Luce e nella Libertà, hanno perduto la consapevolezza dell’io per la propria colpa. Hanno rinunciato alla loro Libertà, alla loro Luce e Forza ed hanno scelto per sé stessi una sorte orribile. Ma non potevano distruggere sé stessi e non lo potranno mai in eterno. Se ora questo stato senza la consapevolezza dell’io scelto liberamente fosse senza tormento, nessun essere non tenderebbe mai nella vita alla beatitudine, perché allora sarebbe anche quasi svanito, riconosciuto ancora come essere soltanto da Me Stesso. Ma i tormenti di un essere legato sono inimmaginabili, ed una minaccia di una Nuova Rilegazione non deve lasciare indifferenti voi uomini, perché anche se vi manca la consapevolezza dell’io, sarete comunque esposti a dei tormenti, che una volta potrete afferrare nella retrospezione, quando sarete entrati nella Vita, perché soffre lo spirituale, non l’uomo, che voi credete passato. E lo spirituale può essere bensì irrigidito in sé, ma non è cancellato, non è senza sensazione, e soffre i tormenti più grandi, anche nella sua sostanza più minuscola, per cui anche l’intera Creazione, lo spirituale legato nella materia, in contrasto al Regno di Luce e dei suoi abitanti, è come “non redento” anche “infelice” e langue nella sua pena la Redenzione. La pena che percepisce lo spirituale, è per voi uomini incomprensibile, perché ciò che è stato dato alla vostra anima come involucro, il vostro corpo terreno, sente e può sopportare dei dolori soltanto fino ad un certo grado, che però non sono niente a paragonare con i tormenti che l’anima deve tollerare nello stato non liberato ed i quali sente anche lo spirituale ancora legato nella sua forma esteriore. Ma dato che soltanto l’anima è un essere autoconsapevole, può tendere coscientemente ad un cambiamento del suo essere, una trasformazione nel suo essere Ur, soltanto nello stadio come uomo. La conoscenza che non può mai svanire, che rimane eternamente esistente, la indurrà anche ad un serio tendere di formarsi l’Eternità felice, di tendere ad una “Vita nella Beatitudine” e di conquistarsi di nuovo la Forza e la Luce per poter essere attiva secondo la Legge dell’eterno Ordine. Ma fintanto che le manca questa conoscenza, l’uomo vive inutilmente sulla Terra, e l’anima rimane legata e lascia ancora legata il suo corpo. Ed ora si manifesta di nuovo lo stato tormentoso che sulla Terra non aveva percepito come tale. Lei è morta, benché esista, sulla Terra non si è conquistata la Vita che rende felice, lo stato della Rilegazione la minaccia di nuovo anche ora, se non le riesce di giungere alla conoscenza nel Regno dell’aldilà, che non è svanita e non può svanire, benché non viva più sulla Terra. Questa conoscenza la può indurre soltanto nel Regno dell’aldilà, di tendere ora comunque alla “Vita” ed in questo è anche aiutata. Ma è terribile per un’anima già auto consapevole, quando sperimenta di nuovo il destino della Nuova Rilegazione, quando le viene tolta la consapevolezza dell’io e deve passare il percorso attraverso la Creazione in innumerevoli particelle e deve di nuovo sopportare gli infiniti tormenti, che significa per lo spirituale ogni forma esteriore. Perché soltanto attraverso i tormenti lo spirituale può essere purificato in quanto che deve di nuovo maturare fino ad un essere consapevole dell’io, che una volta deve vivere e poi non perderà mai più in eterno la sua Vita.
Amen
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