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Il cambiamento di volontà - Gesù Cristo - Grazia - Luce - Forza

Chi sà della colpa dello spirituale, che è il motivo della Creazione, il motivo del percorso terreno e della vita degli uomini sulla Terra, non si ribella nuovamente contro di Me, perché questo sapere è la conseguenza di rivolgere la volontà a Me. Il sapere può bensì essere sottoposto a coloro che sono di volontà distolta da Me. Ma allora costoro non riconosceranno e non accetteranno mai un tale sapere come Verità, allora rimane sempre soltanto un patrimonio mentale per coloro che lo rifiutano come “inventato” da uomini. Allora non è mai una Luce della conoscenza che splende loro, perché per questa ci vuole appunto quel cambiamento di volontà che fa dell’uomo il figlio Mio che è ritornato a Me. Né la propria attività mentale, né la trasmissione attraverso prossimi può donare all’uomo la giusta conoscenza, perché questa è uguale ad una Luce che Io Stesso accendo nell’uomo, ma la posso accendere sempre soltanto, quando si è rivolto a Me nella libera volontà. Questo testimonia però anche sempre la volontà di rinunciare allo stato precedente di rifiuto, di percorrere la via che una volta lo ha allontanato dal Padre, è quindi un cosciente ritorno e con ciò anche una ammissione della sua ingiustizia di allora, del suo peccato contro Dio. La volontà di servire Me, rafforza questa ammissione inconsapevole della sua colpa di una volta, quando attraverso il rifiuto del Mio Amore si è sollevato al di sopra di Colui, il Quale voleva donare Sé Stesso. La richiesta di Forza e Grazia è per così dire l’ammissione della colpa, la consapevolezza che attraverso la sua colpa di una volta aveva perduto tutto ciò che primordialmente era la sua parte. L’uomo che si trova ancora nel suo vecchio peccato, non manderà nessuna chiamata sù al Padre per Forza, Luce e Grazia, perché non Mi riconosce, quindi si trova ancora nel suo peccato primordiale, perciò non riconoscerà nemmeno mai un sapere come vero, che gli mette davanti agli occhi il suo stato empio. Ed in ciò si trova anche la grande importanza di un cambiamento di volontà, perché sospende lo stato di peccato di una volta, ma non potrà mai essere compiuto con la propria forza, perché la caduta nell’abisso ed il peccato erano troppo grandi, che l’essere diventato totalmente inerme potesse di nuovo trasformare sé stesso. E perciò dev’essere invocato l’Uno il Quale Solo può sospendere la debolezza di volontà, il Quale E’ morto per questi esseri sulla Croce, per far giungere loro la fortificazione della loro volontà, di ritornare sulla via verso di Me. Chi è dunque veramente pentito, ha già dato sè stesso a Gesù Cristo, ha approfittato delle Sue Grazie che Egli ha conquistato sulla Croce per gli uomini empi. Perché un rivolgersi a Me sarà anche sempre unito con il riconoscere Gesù Cristo, perché la Luce può splendere con tutte le Forze nell’uomo, quindi dare all’uomo la conoscenza soltanto, quando è redento attraverso il Sangue di Gesù, perché dapprima non può agire nell’uomo il Mio spirito che illumina il suo pensare e ristabilisce l’Ordine, il Principio divino. La riconoscenza di Dio e la subordinazione alla Sua Volontà avrà anche sempre per conseguenza la riconoscenza di Gesù come Figlio di Dio e Redentore del mondo. Perché chi si unisce di nuovo con Me, esce dal suo stato di oscurità e riconosce limpidissimamente anche la Missione dell’Uomo Gesù ed il Significato dell’Opera di Redenzione. Egli vuole tornare indietro e questo significa anche il ritorno nella Luce, significa ricevere Forza e Grazia, significa rivolgergli il Mio Amore in ultramisura, si dichiara colpevole e richiede il Perdono. Il sentimento di distanza dell’essere da Me, suo Dio e Creatore dall’Eternità, si manifesta nella sua preghiera per Grazia, Forza e Luce. Ha rinunciato alla sua arroganza di una volta, è ritornato a Me nella più profonda umiltà ed ora può anche di nuovo ricevere smisurata Grazia, Forza e Luce. La colpa è scritta nella sabbia. Il divino Redentore Gesù Cristo Stesso l’ha estinta.

Amen

Traduttore
Tradotto da: Ingrid Wunderlich

Willenswandlung.... Jesus Christus.... Gnade - Licht - Kraft....

Wer um die Schuld des Geistigen weiß, die Anlaß der Schöpfung, Anlaß des Erdenganges und des Lebens der Menschen auf Erden ist, der lehnet sich auch nicht mehr wider Mich auf, denn dieses Wissen ist die Folge des Hinwendens des Willens zu Mir.... Wohl kann das Wissen auch unterbreitet werden denen, die Mir-abgewandten-Willens sind. Dann aber werden diese niemals ein solches Wissen als Wahrheit anerkennen und es annehmen, dann bleibt es immer nur ein Gedankengut für jene, das sie als "erdacht" von Menschen ablehnen. Es ist dann niemals ein Licht der Erkenntnis, das ihnen leuchtet.... weil dazu ebenjene Willenswandlung gehört, die den Menschen zu Meinem Kind macht, das zu Mir zurückgekehrt ist. Weder eigene Gedankentätigkeit noch Übertragung durch Mitmenschen kann dem Menschen die rechte Erkenntnis schenken, denn diese ist gleich einem Licht, das Ich Selbst in dem Menschen entzünde, aber immer nur dann anzünden kann, wenn er sich Mir freiwillig zugewendet hat.... Ein freiwilliges Zuwenden zu Mir bezeugt aber auch immer den Willen, den zuvorigen Abwehr-Zustand aufzugeben, den Weg zurückzugehen, der einst von seinem Vater hinweggeführt hat. Es ist also eine bewußte Umkehr und somit auch ein Bekenntnis seines einstigen Unrechts.... seiner Sünde wider Gott.... Der Wille, Mir zu dienen, bekräftigt dieses unbewußte Eingeständnis seiner einstigen Schuld, wo es durch Zurückweisung Meiner Liebe sich überhob über Den, Der Sich nur verschenken wollte.... Die Bitte um Kraft und Gnade ist gleichfalls das Eingeständnis der Schuld, das Bewußtsein, daß es durch seine einstige Sünde alles eingebüßt hatte, was uranfänglich sein Anteil war.... Der Mensch, der noch in seiner alten Sünde steckt, wird keinen Ruf zum Vater emporsenden um Kraft und Licht und Gnade, weil er Mich nicht anerkennt, also er noch in seiner Ursünde steckt, darum aber auch niemals ein Wissen als wahr anerkennen wird, das ihm seinen sündigen Zustand vor Augen stellt.... Und darin liegt auch die große Bedeutung einer Willenswandlung, denn sie hebt den einstigen Sündenzustand auf, wird aber niemals aus eigener Kraft bewerkstelligt werden können, weil der Fall zur Tiefe und die Sünde zu groß war, als daß das völlig kraftlos gewordene Wesen sich selbst wieder umformen könnte.... Und darum muß der Eine angerufen werden, Der allein die Willensschwäche beheben kann, Der für diese Wesen gestorben ist am Kreuz, um deren Willen die Stärkung zukommen lassen zu können, den Weg zurückzugehen zu Mir.... Wer also wahrhaft reumütig ist, der hat sich selbst schon Jesus Christus übergeben, er hat Seine Gnaden in Anspruch genommen, die Er am Kreuz erworben hat für die sündigen Menschen.... Denn ein Zuwenden zu Mir wird auch stets verbunden sein mit der Anerkennung Jesu Christi.... denn das Licht im Menschen kann erst leuchten mit allen Kräften, also dem Menschen Erkenntnis bringen, wenn er durch Jesu Blut erlöst ist, weil zuvor nicht Mein Geist im Menschen wirken kann, der sein Denken erleuchtet und die Ordnung wiederherstellt, die göttliches Prinzip ist. Das Anerkennen Gottes und das Unterordnen Seinem Willen wird auch stets die Anerkennung Jesu als Gottes Sohn und Erlöser der Welt zur Folge haben.... Denn wer sich Mir wieder verbindet, der tritt aus seinem Dunkelheitszustand heraus, und er erkennt lichtvollst auch die Mission des Menschen Jesus und die Bedeutung des Erlösungswerkes.... Er will zurück, und das bedeutet auch Rückkehr zum Licht, es bedeutet Empfang von Kraft und Gnade.... es bedeutet die Zuwendung Meiner Liebe im Übermaß.... er bekennt sich schuldig und erbittet Vergebung. Das Gefühl des Abstandes von dem Wesen zu Mir, seinem Gott und Schöpfer von Ewigkeit, kommt zum Ausdruck in seinem Gebet um Gnade, Kraft und Licht.... Seine einstige Überheblichkeit hat es aufgegeben, es ist in tiefster Demut zu Mir zurückgekehrt und kann nun auch wieder ungemessen Gnade, Kraft und Licht empfangen.... Es ist die Schuld in den Sand geschrieben.... Der göttliche Erlöser Jesus Christus Selbst hat sie getilgt....

Amen

Traduttore
This is an original publication by Bertha Dudde