4656 Lo strumento di Dio – Presentare l’errore, diritto dei discepoli

2 giugno 1949: Libro 53

Dove la Mia Grazia vi affluisce in tale Pienezza, che venite ammaestrati dal Mio Spirito, qui vi è anche data una certa giustificazione, di far notare al prossimo i suoi errori, senza essere accusati di presunzione. Questa è in certo qual modo la funzione di colui a cui viene guidato il puro Vangelo, che lo porti fuori nel mondo, che quindi mette di fronte il giusto al falso, che dà la Mia Parola agli altri nello stesso senso come l’ha ricevuto. Chi è illuminato dal Mio Spirito, ha anche il dono di un giusto giudizio, appena è attivo come Mio discepolo, quindi opera fra i prossimi per Me ed il Mio Regno. Farà riconoscere agli uomini gli errori e le debolezze ed anche conoscerne la causa e l’effetto, e da quest’ultimo riconoscerà anche la Verità della Mia Parola, perché tramite la Mia Parola Io inizio un illuminato dallo spirito in un sapere, che gli spiega tutto ciò che è e succede intorno a lui. E così non gli sarà nemmeno nascosto il perché la Mia Parola non trova il pieno accoglimento, perché sa che la causa di ciò è nel cammino di vita dell’uomo stesso, la sua volontà e la sua falsa predisposizione d’animo per ciò che Io pretendo dagli uomini mediante la Mia Parola. E perciò ha anche il diritto di presentare al prossimo i suoi errori e manchevolezze, affinché cambi. Egli ha persino il dovere di farli notare agli uomini, benché raramente viene ascoltato volentieri ed anche solo raramente si tende ad un cambiamento relativo. Ciononostante il Mio discepolo è nel diritto, perché Io Mi servo di lui, per parlare attraverso la sua bocca a coloro, che non sono in grado di ascoltare Me Stesso. E vi sia sempre di nuovo detto che le vostre vie sono totalmente sottoposte alla Mia Guida, che siete soltanto degli strumenti per il lavoro, che Io Stesso vorrei svolgere sulle Mie creature, soltanto non posso avvicinarMi direttamente a loro e perciò ho bisogno di voi come mediatori. Quello che voi notate nel prossimo, ciò che riconoscete come contrario alla Mia Volontà, che vi appare come errore e vizio, lo dovete anche biasimare oppure farlo notare al prossimo con gentilezza e pazienza, affinché ora egli stesso lavori sulla sua anima e cerchi di adeguarsi alla Mia Volontà. Perché Io vi istruisco come maestri, quindi istruite il vostro prossimo, chiaritegli dove sbaglia, sia questo nel falso sapere oppure anche nel falso giudizio di sé stesso; fateglielo notare, ma con amore, non con ira. Ed amministrerete la vostra funzione nel modo giusto, nel quale Io vi ho impiegati, perché si tratta unicamente della guarigione delle anime che sono ammalate, e chi è di buona volontà, vi ascolterà e non se la prenderà con voi, riconoscerà che deve tenere separato la vostra funzione dal vostro proprio essere, che fate per lui soltanto ciò che dovete fare, per esserMi obbedienti, perché la vostra funzione vi obbliga di stare nella Mia Volontà.

Amen

Tradotto da: Ingrid Wunderlich

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