1807 La Grazia divina deve essere richiesta – Non arbitraria (Predestinazione)
12 febbraio 1941: Libro 27
Chi si sente attirato a Me, chi si rifugia in Me in ogni miseria ed afflizione, voglio esaudire la sua preghiera. Perché Mi riconosce come suo Padre, e la sua supplica è infantile e fiduciosa. Ed il Padre E’ sempre pronto a diminuire la miseria dei Suoi figli, e così anch’Io vi voglio salvare e darvi la Pace. E’ necessario soltanto per via delle vostre anime, che sopravvenga su di voi l’oppressione, affinché Mi cerchiate ed i vostri cuori inviino su da Me la chiamata. Perché soltanto la sofferenza vi porta più vicino a Me. Ma non siete mai abbandonati, se soltanto non rinunciate a Me, se non vi allontanate da Me. E perciò confidate in ogni momento nel Mio Amore, ed attendete finché vi viene l’Aiuto. Non è mai il proprio merito dell’uomo, se giunge in Alto, ma questo lo opera la Grazia di Dio. Ma non deve trattenere l’uomo di lavorare su di sé, non deve mai pensare che ora non ha bisogno di fare nulla, ma che può confidare soltanto nella Grazia di Dio. Egli sarà degnato della Grazia di Dio solamente quando dimostra attraverso il suo operato, attraverso il suo comportamento, il suo pensare ed agire, che vuole salire in Alto. Questa volontà, che lo fa richiedere ora nella preghiera l’Aiuto di Dio, gli procura ora la Grazia, che ha nuovamente per conseguenza il perfezionamento dell’anima. La Grazia divina non è quindi assolutamente un Regalo di Dio che giunge all’uomo liberamente, con cui quindi un uomo viene provveduto, mentre l’altro uomo dovrebbe languire. No, la Grazia divina è a disposizione di ogni uomo illimitatamente. Nessun uomo chiederà invano la Grazia di Dio. Ma non può essere mai trasmessa all’uomo, senza che sia richiesta, e perciò l’unico merito dell’uomo consiste nel fatto, che si rivolga sempre e sempre di nuovo nella preghiera al Padre celeste e chieda umilmente la Sua Grazia. Tutto il resto lo opera poi l’Amore di Dio Stesso su un uomo, che quindi ha dato la sua volontà a Dio ed utilizza coscientemente l’apporto di Forza di Dio. Ed è perciò errato presumere che Dio rivolga la Sua Grazia agli uomini secondo il Suo Beneplacito. Questo sarebbe un Atto della massima ingiustizia, perché allora potrebbero diventare beati sempre soltanto quegli uomini che sarebbero stati eletti tramite la Grazia divina. Quindi il tendere consapevole verso la perfezione perderebbe ogni senso, perché così potrebbe comprensibilmente sorgere la domanda: faccio parte di coloro che Dio ha eletto per l’eterno Regno? Una tale opinione dovrebbe condurre gli uomini a trascurare il lavoro sull’anima e vorrebbero sempre soltanto lasciar valere l’opinione, che soltanto la Grazia divina possa liberarlo, ma se questa Grazia non può essere raggiunta, l’uomo allora dovrebbe attendere con calma e pazienza, finché la Grazia di Dio non affluisce a lui, e se questo non accade, dovrebbe andare perduto in eterno. Chi ha questa opinione, si trova in un terribile stato d’animo spirituale. Deve dubitare dell’Amore di Dio, nella Sua Bontà e Misericordia, inoltre dovrebbe considerare la sua vita terrena come inutile, se non gli è destinata la Grazia di Dio. Ed in questo l’uomo stesso ha nella sua mano la possibilità di servirsi illimitatamente della Grazia divina. Ogni uomo è libero di venire a Dio quante volte ne vuole, cioè di richiedere nella preghiera tutto ciò che viene semplicemente chiamato Grazia. Più intimamente la chiede, più abbondantemente Dio provvede il figlio terreno e soltanto ora può camminare sulla Terra così come compiace a Dio. Allora il cammino della sua vita non è ben il suo proprio merito, ma che lo possa condurre in questo modo, come lo fa ora, è l’Agire della Grazia divina. Ogni uomo può pregare, quindi riceverà anche secondo la sua preghiera. Verrà provveduto con la Grazia di Dio e ripercorrerà ora con successo la via verso l’Alto.
Amen
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