5750 La Terra, scuola dello spirito – Mezzo allo scopo - Scopo a sé stesso
19 agosto 1953: Libro 62
Considerate la Terra soltanto come scuola dello spirito, come stazione di maturazione per la vostra anima, che deve ancora passare attraverso una scuola prima che possa entrare nel Regno spirituale. Non potete essere formati per costrizione in modo che siate idonei per il Regno spirituale; voi stessi dovete eseguire questa trasformazione e per questa vi è stata data la vita terrena, voi la valutate in un’altra direzione, cercate di procurarvi soltanto dei vantaggi per il corpo e non pensate all’anima, considerate la Terra come scopo a sé stesso, mentre è soltanto il mezzo allo scopo, il mezzo di portare lo spirituale all’ultima maturazione.
Il vero compito è di sostenere la prova di volontà che dovete compiere nella vita terrena, che però dev’essere sostenuta in tutta la libertà, per cui riceverete il chiarimento sul senso e lo scopo della vita terrena solamente, quando voi stessi vi occupate con questa questione. Ma Dio vi ha dato l’intelletto che può farvi porre questa domanda in ogni momento, del perché ed a quale scopo vi trovate sulla Terra. Intorno a voi ci sono stimolazioni a sufficienza, che vi possono indurre a questa domanda, ma questa deve sorgere in modo totalmente libero da voi stessi. Persino degli uomini mondani si dovrebbero occupare con questa domanda, persino loro dovrebbero a volte riflettere sulla causa e lo scopo dell’esistenza terrena, per quanto si prendano il tempo per tali pensieri. Non dovrebbero davvero vedere lo scopo della loro vita nella soddisfazione dei loro desideri corporei e brame e se lo fanno comunque, allora il pensiero alla morte li spaventerà o inquieterà sempre, oppure respingono tutti i pensieri sulla loro opinione, di non esistere più dopo la morte. Solo un uomo che riflette poco, può essere di quest’opinione, perché durante la vita terrena troverebbe abbastanza dimostrazioni, che lo dovrebbero far pensare diversamente, se soltanto si volesse occupare seriamente con il problema della continuazione della vita dopo la morte.
All’uomo è stato dato l’intelletto, se però non lo usa, vive alla giornata come un animale, perché il giusto utilizzo dell’intelletto lo fa pensare ed agire diversamente, lo fa vivere consapevolmente; ma l’uomo mondano che considera la vita terrena come scopo a sé stesso, non ha fatto ancora il giusto uso del suo intelletto, lo ha lasciato diventare attivo solamente in una direzione, non ha ancora riflettuto sul mondo spirituale, che è ben da presumere al di fuori dal mondo materiale, altrimenti l’uomo dovrebbe aver un illimitato diritto di determinazione sull’intera Creazione, quindi anche sui procedimenti secondo la natura e sul proprio destino.
Finché l’uomo stesso è dipendente da una Potenza superiore, da una Volontà superiore, che gli viene dimostrato attraverso il decorso della sua vita terrena, fino ad allora deve riconoscere un mondo o una regione, dove regna questa Potenza superiore e dato che sa, che è esposto senza resistenza a questa Potenza, che questa Stessa determina il corso della sua vita, deve porsi anche la domanda, perché ed a quale scopo la sua vita terrena si svolge così com’è il caso e se adempie questo scopo, che non può mai e poi mai essere soltanto un ben vivere terreno, ma è più probabile uno sviluppo spirituale. L’uomo può arrivare a questo risultato mentale, appena ha soltanto la volontà di ricevere in genere un chiarimento, se la vita terrena sia uno scopo a sé stesso oppure soltanto un mezzo allo scopo. Il Dono dell’intelletto può e dev’essere valutato, perché una volta verrà chiamato a rispondere per la sua volontà, che si oppone a tutto ciò che Dio gli dona per il raggiungimento della sua meta sulla Terra.
Amen
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