Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/7413
7413 Stadio della coscienza dell’io
21 settembre 1959: Libro 78
Voi uomini siete coscienti del vostro io. E questo è il segno che voi siete degli esseri con intelligenza, cioè che siete in grado di pensare e con ciò, esseri che sono proceduti da Dio, che sono stati creati a Sua Immagine e che perciò ne erano anche consapevoli di loro stessi. Fra questo tempo ed i l tempo, in cui voi camminate ora sulla Terra, si trova un tempo infinitamente lungo, in cui voi siate stati derubati della vostra auto consapevolezza – un tempo, in cui voi vivificavate anche le Opere della Creazione come qualcosa di essenziale, ma questo essenziale non era auto cosciente di sé stesso, perché passava sempre soltanto come particella di un essere cosciente attraverso queste Opere della Creazione. Soltanto quando tutte le particelle si sono di nuovo raccolte, l’essere si è incarnato come uomo ed è di nuovo entrato anche nello stadio dell’auto consapevolezza, mentre ora aveva anche da adempiere un compito. Come uomo l’essere porta perciò anche ora una certa responsabilità per il suo sviluppo, perché come intelletto è in grado di riconoscere il pro e il contro del suo modo di vivere, quindi può giudicare quale effetto ha il suo modo di vivere sul vero ‘Io’ – l’anima. Fintanto che l’essere negli stadi antistanti non era cosciente di se stesso, non aveva nemmeno della responsabilità da assumere e si trovava sotto la legge dell’obbligo. Eseguiva ciò che gli veniva assegnato dalla Volontà di Dio. Agiva nell’istinto, cioè guidato da intelligenze spirituali, che influenzano lo spirituale nelle Opere della Creazione in modo che eseguiva l’attività che era la sua destinazione. Diversamente è ora nello stadio come uomo, in cui può decidere di se stesso, in cui pensa ed agisce, in cui ha piena libertà come essere auto consapevole nel pensare ed agire. Ed ora deve pensare coscientemente e volere ed agire secondo la Volontà di Dio, n o n viene più costretto dalla Volontà di Dio, ma la sua propria volontà deve determinare sempre sotto l’impressione della consapevolezza dell’io, perché l’uomo si percepisce come auto determinante, è cosciente di se stesso. Non si trova più sotto l’influenza estranea, ma egli stesso dirige la sua volontà secondo il suo benestare e sa anche che se ne deve responsabilizzare, come lo dirige. E questo distingue l’uomo dall’animale, che anch’esso è già molto progredito nel suo sviluppo, ma fino alla sua ultima incarnazione come uomo rimane sempre un essere, che sta sotto la legge dell’obbligo e non può decidere liberamente di se stesso, per quanto possa apparire intelligente. Non ha ancora riottenuto la coscienza dell’io e perciò non è ancora giunto sull’ultimo gradino dell’incarnazione. Ma raggiungerà anch’esso l’ultimo gradino, perché si assume tutto lo spirituale una volta che nel percorso di una vita terrena, in cui si incarna come uomo, è anche cosciente dell’io. Ma dato che l’uomo sia un essere auto consapevole, dovrebbe anche dedurre che il suo Creatore e Scultore, il suo Dio dall’Eternità, non può essere uno Spirito inesistente, ma che Egli è pure come l’Essere più perfetto in grado di pensare e che ha una libera Volontà, altrimenti non avrebbero potuto procedere da Lui tali creature, che dimostrano questi segni della Divinità. Perché dall’uomo, dal creato, può essere dedotto anche un Dio Creatore. Egli deve essere l’Essere più sublime auto consapevole, proprio come l’uomo è auto consapevole soltanto che lo è nella Perfezione più sublime, perché l’uomo è irrevocabilmente un essere ancora imperfetto. Ma egli ha lo stesso l’auto consapevolezza malgrado l’imperfezione e questo rende l’uomo un essere divino, che fu creato simile a Lui e che deve diventare di nuovo la stessa perfezione, da cui era proceduto una volta da Dio. L’ ”auto consapevolezza” è il più grande Miracolo dell’Opera di Creazione “uomo”. Gli uomini dovrebbero immaginare che condurrebbero una vita morta, se non possedessero questa auto consapevolezza dell’io, che da ad ogni uomo l’impronta personale di riconoscere sè stesso come un essere che è in grado di pensare e che può decidere di se stesso nella libera volontà, perché può anche riflettere su se stesso ed inserirsi nella Cornice della Creazione - nell’auto consapevolezza dell’io, nella coscienza, di poter decidere esso stesso ciò che vuole il suo “io”. L’auto consapevolezza è un evidente segno della Divinità, perché è un segno dell’appartenenza ad un Essere simile, che lo ha chiamato in Vita, anche se l’essere come uomo è soltanto una caricatura di ciò che Dio ha creato una volta, ma ha ottenuto l’auto consapevolezza dell’io e può perciò formare di nuovo se stesso come l’essere primordiale che è stato in principio. Esso può nello stadio come uomo – nello stadio dell’auto consapevolezza dell’io – tutto quello che vuole, persino quando qualche volta, la possibilità di esecuzione gli viene misurata dalla Volontà di Dio, ma è in grado di pianificare e di pensare, sempre partendo da se stesso, sempre sentendosi al centro di tutto ciò che accade, perché sà che esiste e che non perde nemmeno più questa coscienza. Ma per questo viene anche chiamato una volta alla responsabilità, come si è preposto da se stesso nella vita terrena verso questa grande Grazia – di sapere, che è u n essere auto consapevole, che è stato formato dal Creatore nel modo di poter riconoscere se stesso e di stabilire da se il giusto rapporto con il suo Creatore. La capacità di pensare fa parte dell’auto consapevolezza e può maturare i giusti frutti, ma deve sempre essere attiva la libera volontà, che appartiene appunto ad una creatura divina. E questa libera volontà deve utilizzare nel modo giusto tutti i Doni divini, allora l’essere prenderà anche la via, durante la vita dell’uomo, che conduce inevitabilmente alla ritrasformazione e ritornerà nella Casa del Padre in tutta la perfezione, così come è uscita un tempo da lì.
Amen
Tradotto da Ingrid Wunderlich