Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/6431

6431 L’umiltà e l’arroganza - Servi idonei

21 dicembre 1955: Libro 69

A tutti i Miei servi e serve rivolgo lo Stesso Ammonimento di non cedere nel lavoro per Me ed il Mio Regno. Perché se ogni servo Mi riporta soltanto un’anima, è compiuta un’Opera di Redenzione che gli ricompenserò davvero riccamente, perché ciò che quest’unica anima può di nuovo compere, è sottratto alla vostra conoscenza, perché non potete misurare il lavoro che presta ogni anima che sta nella Luce. Nell’ultimo tempo risveglio sempre di nuovo uomini che attraverso il loro cammino di vita e le loro facoltà spirituali si rendono idonei per il lavoro nella Mia Vigna, ma dapprima devono poi anche adempiere il loro compito nella più estrema umiltà e devozione sotto la Mia Volontà, non si devono sentire privilegiati ed ora, nella consapevolezza del loro proprio lavoro, prestare il lavoro da Vigna, perché allora rendono già loro stessi inadeguati, perché viene spinta indietro la Mia Corrente di Grazia che richiede come prima l’umiltà per poter fluire liberamente. E gli uomini sono ancora tutti esposti alle tentazioni del Mio avversario, che attizza appunto l’arroganza, che è il suo vero essere. E così è particolarmente grande questo pericolo dove il cuore non si dà umilmente a Me, che Io lo colmi con la Mia Grazia. Sono bensì volenterosi molti uomini per il lavoro da Vigna, ma non sono idonei per questo, finché in loro c’è ancora il desiderio di esporsi e di essere considerati “graziati”. Ma solo l’uomo profondamente umile Mi è un servo e serva idonei, che sono pronti a servire. Perciò ho pochi collaboratori sulla Terra che non vogliono altro che agire aiutando sulla Terra, che riconoscono la grande miseria spirituale e ne vorrebbero salvare i loro prossimi, che non pensano a sé stessi, ma sempre soltanto agli altri, ai quali manca la Luce e che perciò vorrebbero lasciar splendere la loro Luce per gli altri, la Luce che poteva accendere loro il Mio infinito Amore, perché hanno in sé questa volontà di aiutare. E tali uomini sono soltanto rari, ma Io benedico i pochi ed aiuto loro che possano adempiere in modo giusto il loro compito terreno. Perché sono i Miei sostegni nell’ultimo tempo prima della fine, sono i servi che Io impiego sempre là dov’è necessario. Loro sono i mediatori attivi al Mio Posto, attraverso i quali Io Stesso però posso lavorare i campi, attraverso i quali Io Stesso posso parlare ai cuori degli uomini e posso provvedere alla loro maturazione. E ad ognuno viene assegnata la sua regione dove dev’essere attivo, ognuno potrà agire nella sua piccola cerchia e sempre essere certo del Mio Sostegno, perché gioisco di ogni uomo volenteroso che si adopera per il Mio Regno, per il Mio Nome, che dà ai prossimi ciò che ha ricevuto da Me Stesso, che però serve solo Me e non ancora altri signori. Perché il Mio avversario cercherà sovente di immischiarsi e voler conquistare per sé i servi. E questo lo fa preferibilmente nel sussurrare ciò che rende l’uomo arrogante, e che con ciò mette in pericolo il lavoro da Vigna. E perciò guardatevi da quel signore, affinché non causi nessuna confusione in voi, rimanete dediti a Me nella profonda umiltà e non desiderate riconoscenza, non desiderate l’approvazione del mondo e gioite solo dei successi che potete esercitare sulle anime degli uomini, gioite solo di ciò che vi riesce per toccare le anime e ritiratevi sempre di più dal mondo, più vorreste essere attivi nella Mia Vigna. Se avete aiutato un’anima di uscire dall’oscurità e di entrare nella Luce, allora la Mia ricompensa vi sarà certa, ma questa vi deve anche bastare, e da parte del mondo però non dovete esigere nessun riconoscimento e pensare sempre soltanto, che non potete nulla senza le Mie Grazie, ma che le ricevete solamente, finché il vostro cuore si avvicina a Me nella più profonda umiltà chiedendo il Mio Amore e la Mia Grazia. Ma allora Mi sarete anche servi idonei e prestate per Me un benvenuto lavoro di Redenzione. Ed Io vi benedirò eternamente.

Amen

Tradotto da Ingrid Wunderlich