6320 Servire nella libera volontà – L’amore dell’io
28 luglio 1955: Libro 68
Chi conosce il percorso di sviluppo dello spirituale, chi è informato sul senso e scopo della Creazione, sa anche, che l’uomo come perfetta Opera di Creazione forma la conclusione di un processo di sviluppo infinitamente lungo, che si è svolto su questa Terra. Egli sa inoltre, che a questa vita terrena segue irrevocabilmente un soggiorno nel Regno dell’aldilà, dove non esistono più delle Creazioni materiali, dove però l’ulteriore sviluppo può ancora procedere sotto condizioni terribilmente difficili, ma del tutto diverso dal mondo materiale. Ed egli sa, che questa sorte colpisce coloro, che non hanno concluso il percorso di sviluppo sulla Terra fino al punto, che la loro anima possa entrare nel Regno di Luce. Ma questa conoscenza ce l’hanno soltanto la minor parte degli uomini sulla Terra, perché per poter afferrare e credere questo, ci vuole prima la volontà di voler sapere tutto questo, ma il desiderio di conoscenza esiste soltanto raramente presso gli uomini. La volontà dell’uomo è rivolta fortemente al fatto, di sfruttare la Creazione possibilmente per il vantaggio della vita corporea. Gli uomini aiutano in Alto così inconsapevolmente lo spirituale ancora legato nella Creazione, perché questo può ora servire, anche se nella legge dell’obbligo, ma che cosa ne viene fuori per la sua anima? Oggi viene liberata molta materia attraverso la volontà dell’uomo, da ciò si liberano particelle di anime, e queste vengono poi trasformate dalla Volontà divina in nuove Creazioni, a cui è assegnata una funzione di servizio, che fa salire lo spirituale in alto per via costrittiva. L’uomo dunque libera dello spirituale dalla materia, ma lui stesso può fermarsi nel suo sviluppo oppure persino retrocedere, se non serve contemporaneamente il suo prossimo nella libera volontà. E se fa questo consapevolmente, sempre nella volontà di servire il prossimo, allora la sua attività terrena può apportare alla sua anima una benedizione inaspettata, persino quando non sa niente del percorso di sviluppo dello spirituale, persino quando è senza ogni conoscenza del senso e scopo della vita terrena e delle Creazioni di questa Terra. Non è proprio assolutamente necessario di sapere questo, se solo serve liberamente nell’amore. Ma quasi sempre l’uomo viene spinto all’attività da un amore che però non è l’amore per il prossimo, ma è solo l’amore per sé stesso. Allora la sua attività può avere l’effetto dannoso sui suoi prossimi, perché trova maggiore soddisfazione, quanto più si dedica scarsamente al prossimo. L’amore dell’io però ha anche un effetto sfavorevole sulle Opere della Creazione, che all’uomo sono state assegnate come campo d’azione, mentre in tali Opere di Creazione lo sviluppo dello spirituale viene sovente interrotto prima del tempo e questo per via del proprio vantaggio, perché l’amore dell’io contraddice l’Ordine divino e perciò anche il modo d’agire dell’uomo è totalmente diretto contro l’Ordine divino. Anche se tali uomini, nei quali è ancora predominante l’amore dell’io, sapessero del senso e dello scopo della Creazione nonché della vita terrena, non rinuncerebbero comunque al loro errato modo di vivere ed agire contro l’Ordine divino, perché sono totalmente dominati dall’amore dell’io e sono inaccessibili ad altre immagini. E questi uomini giungono nel Regno spirituale in una disposizione d’animo, che è assolutamente terribile, perché ora non possono più soddisfare il loro amore dell’io sulla Terra, e la via verso il vero amore, verso l’amore per il prossimo, è per loro infinitamente lunga e sovente in genere non la trovano. L’uomo che ama soltanto sé stesso, porta con sé quindi l’amore per la materia nel mondo dell’aldilà. E liberarsi nell’aldilà da questo falso amore, che ha desiderato sulla Terra con tutti i sensi è per lui oltremodo difficile. E queste immagini apparenti lo stimolano all’estremo, ma per passare subito, quando intende soddisfare le sue brame. Per questo motivo tali brame diventano ancora più veementi, e sono terribili tormenti, che ora l’anima ha da sopportare, e questo finché non combatte in sé stessa la brama, che ha per conseguenza anche che le tentazioni diventano sempre più deboli. Ma gli uomini non sanno quali vantaggi possono crearsi per il Regno nell’aldilà, se già sulla Terra vincono la materia, quando diventano padroni della materia e non i suoi schiavi. L’uomo può rendersi servibile tutto sulla Terra, perché questo è lo scopo di tutta la Creazione, che serva all’uomo e ad ogni creatura, perché il servire per lo spirituale legatovi significa liberazione. E così l’uomo stesso contribuisce molto, quando dà alla materia la possibilità di servire, quando lui stesso crea delle cose, che nuovamente adempiono uno scopo e delle quali può anche rallegrarsi come di un Dono di Dio. Ma egli deve sempre pensare alla destinazione spirituale delle cose materiali, e non legare sé stesso a queste, in modo che tutto il suo pensare e tendere sia soltanto ancora per la conquista di beni materiali, per crearsi con ciò una vita comoda nel benessere. Perché con ciò egli cadrebbe sempre di più molto al di sotto di quello che si trova nello sviluppo, cosa che per lui stesso significherebbe una retrocessione spirituale. Lo sviluppo deve sempre procedere verso l’Alto. La meta dell’uomo nella vita terrena è la totale liberazione dalla forma materiale, un vincere la stessa. Allora l’anima può abbandonare il corpo terreno libera e leggera e lanciarsi in Alture luminose. Allora non ricadrà più nella materia e non sarà più costretta di trattenersi ancora di più nelle sfere terrene, benché non viva più sulla Terra. Voi uomini sulla Terra non sapete ancora, quanto infinitamente grata sia un’anima, che si può liberare da queste sfere. Ma lasciatevelo dire, che ciò a cui voi tendete sulla Terra con i vostri sensi, è il vostro peggiore nemico. Perché la vostra beatitudine è nella libertà, ma siete non-liberi, finché vi incatena ancora la materia. E la materia vi incatena finché siete ancora dominati dall’amore dell’io, finché non liberate voi stessi da ciò mediante l’amore servente. Solo chi serve, diventa libero. E l’esistenza come uomo vi dà continuamente l’occasione di servire nell’amore. Ma come uomo avete di nuovo una libera volontà, e non siete come nel pre-stadio dello sviluppo costretti a servire. Ora l’amore deve spingervi al servire. Ma l’amore servente sarà esercitato soltanto da quell’uomo, che combatte l’amore dell’io, che non vuole possedere, ma donare. E costui impara anche a disdegnare la materia, se ne distacca, e da questo diventa totalmente libero. Il suo percorso di sviluppo sulla Terra è poi terminato con il successo della definitiva spiritualizzazione della sua anima, che ora può di nuovo essere attiva nel Regno spirituale nella Pienezza di Luce e Forza. Ed anche là si prenderà di nuovo cura con amore servente di quelle anime, che languono ancora nella non-libertà ed assenza di Luce e che hanno bisogno d’aiuto, per poter liberarsi finalmente anche dalle loro catene.
Amen
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28 | La libertà della volontà - II | epub PDF Accendere |
133 | Il pericolo dell’amor proprio e dell’assenza d’amore | epub PDF Accendere |
174 | Servire nell’amore | epub PDF Accendere |
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