3538 La materia morta - L’attività - La Vita
6 settembre 1945: Libro 45
Il cambiamento che si svolge sulla materia apparentemente morta è impercettibile e perciò l’uomo non vi può constatare nessuna vita. Ma in lunghi spazi di tempo anche questa materia assume un’altra forma, perché ogni attività, anche la mimimissima, procura una nuova formazione o trasformazione della materia e l’attività è vita. Il processo di trasformazione, se non viene eseguito tramite la mano d’uomo, è sovente di una durata molto lunga nelle Opere di Creazione sulle quali la volontà umana ha poca influenza, quindi nelle nuove Creazioni, perché si svolgerà secondo la Volontà divina. Dio sà di ogni resistenza dello spirituale relegato nella materia e secondo la sua volontà per l’attività diminuisce la rigidità dell’assenza di vita; l’attività inizia secondo la Volontà di Dio e la materia cambia, anche se in un modo appena percettibile. E non esiste nulla nella Creazione terrena che non abbia da mostrare questa lenta trasformazione, benché l’occhio umano non la vede, perché si svolge in modo oltremodo lento. Ma tutto nella Creazione sulla Terra si trova in un lento sviluppo verso l’Alto, sottoposto alla Legge dell’obbligo. Di conseguenza nulla rimane nella stessa forma, ma cambia in parte lentamente, in parte rapidamente, secondo la resistenza che lo spirituale oppone a Dio nelle Opere di Creazione. E perciò sulla Terra non esiste nulla di morto, cioè che fosse in sé senza vita, ma tutto cela la vita, perché anche lo spirituale nella materia più dura ha la spinta all’attività e dipende solo dalla sua volontà se possa eseguire questa attività, in contrasto allo stato di morte nell’aldilà dove allo spirituale manca qualsiasi Forza, dove rimane totalmente inattivo, ma ciononostante nella consapevolezza della sua esistenza. Perciò lo stato della volontà legata nella materia è ancora da preferire allo stato di morte nell’aldilà, perché una volta migliora, anche se dopo un tempo infinitamente lungo, perché lo spirituale nella materia deve soltanto rivolgere nella giusta direzione la volontà e la spinta per la libertà, mentre la volontà dell’essere nell’aldilà è totalmente indebolita e perciò non gli serve più a nulla. Sosta totalmente senza volontà nello stato morto e sprofonda sempre di più nell’abisso, finché non viene usato come massa raffreddata, come involucro dello spirituale, come esso stesso materia, che ora dipende dalla volontà dello spirituale che vi si cela, per quanto tempo la materia rimane immutata. Perché dev’essere fatta una differenza fra lo spirituale che è relegato nella materia e la materia stessa, che è pure dello spirituale, ma ancora molto più ribelle contro Dio. La dura materia in sé potrebbe essere chiamata morta, ma lo spirituale che si cela in lei le dà la vita, in modo che anche per questa comincia una volta il processo della dissoluzione e con ciò anche l’inizio dello sviluppo verso l’Alto in una nuova epoca di Redenzione. Lo spirituale nella materia ne può sfuggire appena questa viene distrutta e continuare il suo sviluppo in una nuova forma che è meno dura, ma la materia stessa non è ancora dissolta e viene di nuovo vivificata dallo spirituale nella rispettiva resistenza di volontà, in modo che la materia concede sovente per tempi infiniti il soggiorno per questo spirituale, prima che essa stessa possa dissolversi. Lo stato di morte è così tormentoso che significa il più profondo inferno e le forze del mondo inferiore sono soddisfatte solamente quando hanno portato l’anima in questo stato, perché significa la più estrema lontananza da Dio, quindi sottrazione di qualsiasi Forza da Dio. Ma Dio ha Pietà anche di questo spirituale e gli dà la possibilità di redimersi di nuovo dallo stato morto. Ma trascorrono delle Eternità, prima che inizia questo processo di Redenzione che richiede nuovamente tempi infiniti prima che sia terminato.
Amen
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