Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/3324

3324 Le sfere di Luce – Il rivedersi – Beatitudine

10 novembre 1944: Libro 43

L’anima matura si eleverà come una nuvola di Luce dopo la morte del suo corpo dalla regione terrena nelle sfere dell’aldilà, ed allora ha superata ogni materia, lei è libera da ogni catena, è di nuovo ciò che era primordialmente, un essere spirituale libero, pieno di Luce e Forza. Lei è visibile e riconoscibile soltanto allo spirituale ugualmente maturo, che quindi è in grado di contemplare spiritualmente, mentre rimane invisibile allo spirituale immaturo, quindi non può nemmeno essere riconosciuta da questo. E perciò fra lo spirituale maturo e quello immaturo, cioè fra le anime decedute dalla Terra, che entrano nell’aldilà in differente stato di maturità, non ci sarà un rivedersi finché lo spirituale immaturo non abbia raggiunto un determinato grado di maturità che gli apre le sfere di Luce. Lo spirituale immaturo è bensì riconoscibile dagli esseri di Luce, perché questi contemplano tutto ed a loro nulla è nascosto; quindi conoscono anche ogni anima che si trova ancora nell’oscurità dello spirito; ma non possono essere riconosciuti da costoro. La nostalgia delle anime per i loro cari è a volte così forte, che è una forza di spinta per lo sviluppo verso l’Alto nell’aldilà, appena l’anima è entrata nello stadio della conoscenza e sà della possibilità di una risalita nel Regno spirituale attraverso l’agire nell’amore. Allora è instancabilmente attiva, perché il desiderio per le anime che le stanno vicine, la spinge inarrestabilmente verso l’Alto, perché riconosce i simili a lei e perciò sà che rivedrà anche i suoi cari, e questa consapevolezza le dà sempre più Forza e questa Forza le viene apportato appunto da quegli esseri che sono la meta della sua nostalgia; loro possono dare la Forza alle anime, ma non riconosciute da queste. Queste quindi si vedono circondate da esseri che a loro sono comunque estranei e che apparentemente non appartengono a nessun’altra sfera di Luce che alla loro stessa. Ma dato che le assistono con consiglio e fatto, le anime imperfette sono loro grate e ben disposte e seguono i loro consigli. E così gli esseri maturi attirano a sé i loro cari, finché non hanno raggiunto un grado di maturità, che diventano riceventi di Luce. Allora saranno anche in grado di contemplare spiritualmente, riconoscono il loro ambiente, riconoscono gli esseri di Luce della stessa maturità, e la loro beatitudine aumenta costantemente, perché possono unirsi con costoro, perché rivedono i loro cari ed a loro volta assistono di nuovo quelle che languono nell’oscurità dello spirito. Soltanto quando è raggiunto il grado di maturità che permette la contemplazione spirituale, l’anima è libera da ogni peso, perché allora si trova anche nella Luce, nella conoscenza della pura Verità e nell’amore. Ogni attività che ora svolge, la rende felice, perché soltanto l’amore la spinge e l’agire nell’amore fa scaturire sempre la beatitudine. La fusione con delle anime della stessa maturità che si completano nella più intima armonia, è la vera beatitudine, perché è l’amore più intimo che cerca e trova l’unificazione. E l’amore rende sempre felice, se è per il puro spirituale, perché dona e non pretende. E ciononostante questo amore culmina nel desiderio di Dio, nella definitiva unificazione con Lui. E questo desiderio viene sempre esaudito, perché l’essere può desiderare Dio in ogni tempo e può anche contare in ogni tempo sull’esaudimento della sua nostalgia, perché Dio dona inarrestabilmente. Egli diffonde sempre il Suo Amore e da ciò rende gli abitanti degli esseri più beati del Regno spirituale. La loro beatitudine è inimmaginabile, perché l’Amore e la Luce riempiono quelle sfere, dove gli esseri possono dimorare vicino a Dio, il Quale E’ l’eterno Amore e la Stessa Luce Primordiale.

Amen

Tradotto da Ingrid Wunderlich