Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/2563
2563 La fede e l’amore
27 novembre 1942: Libro 33
La fede e l’amore conducono alla Vita eterna, alla Beatitudine. Ma l’una non è pensabile senza l’altro. Chi vive nell’amore, è interiormente unito con Dio attraverso l’amore, dato che Dio Stesso E’ l’Amore. Quindi riconosce anche Dio in tutto ciò che lo circonda. Lo considera il Creatore di tutte le cose, il Quale può compiere tutto ciò che vuole e che il Suo ultragrande Amore Lo determina ad agire in tutta la Sapienza. E quindi crede in un Dio dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza, crede che sia la Sua creatura, proceduta da Lui ed unita inseparabilmente con Lui. E riconosce anche la sua destinazione e la sua meta, perché l’amore rende l’uomo saggio, non può pensare altro che bene e giusto, perché sta nell’amore. E riconosce il suo pensare e sapere come Verità, ne è convinto, quindi crede. E nuovamente un uomo che crede in un amorevole, saggio ed onnipotente Creatore del Cielo e della Terra, non potrà altro che vivere nell’amore, perché questa conoscenza, questa fede convinta deve aver per conseguenza un agire nell’amore, altrimenti sono solo parole vuote se l’uomo afferma la sua fede, parole alle quali manca la vita. Perché se l’uomo non svolge opere d’amore, allora in lui non c’è nemmeno la Sapienza e quindi gli manca la Forza della conoscenza. Gli manca la fede, benché la vuole affermare attraverso parole. Quindi la fede è morta, perché la fede viva ha per conseguenza inevitabilmente un agire nell’amore, perché chi riconosce Dio, Lo deve anche amare. E Dio lo riamerà e questo significa che l’uomo ora si sente spinto all’agire nell’amore, perché gli affluisce l’Amore di Dio come Forza che spinge all’attività. Soltanto la fede può essere di forza differente e perciò l’uomo che ama, deve anche lottare per una forte fede irremovibile, perché una fede debole mette anche a rischio l’agire d’amore oppure lo diminuisce. Più profonda è la fede dell’uomo, con più fervore si sforza ad osservare i Comandamenti di Dio che richiedono l’amore disinteressato per il prossimo. La forza della fede determina quindi l’attività d’amore dell’uomo e perciò si può tranquillamente dubitare nella fede di un uomo oppure descriverla come una fede morta, benché attraverso parole cerchi di fingere una profonda fede. Perché fede ed amore non si possono pensare l’una senza l’altro, perché chi sta nell’amore, deve anche credere, perché l’amore è la Forza di Dio che guida l’uomo anche nella conoscenza. Ma riconoscere qualcosa significa credere nella sua Verità. L’uomo capace di amare quindi starà anche nella profonda fede, perché Dio Stesso lo guida alla conoscenza, cioè lo illumina, in modo che ora possa credere colmo di convinzione, che la sua fede sia viva, che agisca nell’amore perché crede.
Amen
Tradotto da Ingrid Wunderlich