Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/2548
2548 Prestare rinuncia ai beni terreni - Il pareggio del bene spirituale
13 novembre 1942: Libro 33
Rinunciare al mondo richiede forza di volontà, quindi un Sostegno da parte di Dio quando la volontà dell’uomo stesso è troppo debole, cioè se il mondo per lui è ancora troppo seducente. E’ una Grazia che può essere conquistata tramite la sofferenza e la rinuncia, quando l’uomo può staccarsi facilmente dal mondo ed i suoi beni, quindi dalla materia, ma si deve tendere a questa Grazia, cioè l’uomo deve volere rimanere intoccato dai fascini di questo mondo. Questo può avvenire in modo cosciente; ma anche allora c’è questa volontà quando l’uomo si astiene da ogni desiderio, quando si rassegna nelle rinunce che gli sono assegnate per destino. Gli si avvicineranno sempre di nuovo delle tentazioni ed allora deve inserirsi la volontà consapevole di astenersi dalle gioie terrene, allora la sua forza di volontà diventerà sempre più forte e sarà diventata vincitrice della materia. Nella stessa misura come si astiene dal mondo, matura nella sua anima, perché cercherà sempre di pareggiare le manchevolezze di godimenti terreni con beni spirituali. Rifletterà sul mondo, sulla Terra, sul suo scopo e quello della sua vita terrena, se non ha ancora teso coscientemente al bene spirituale. Penetrerà facilmente nel campo spirituale, perché non lo trattengono delle catene terrene nel volo verso l’Alto, nel Regno spirituale e quello che gli viene ora offerto, supera di molte volte le gioie terrene. Quello a cui dapprima ha ancora rinunciato con fatica, ora non ha più nessun fascino per lui ed il suo desiderio è soltanto rivolto ai beni spirituali il cui possesso lo rende ora felicissimo e lo fa dimorare in sfere totalmente diverse, anche se si trova ancora sulla Terra. Ma l’uomo non può ricevere contemporaneamente ambedue i beni. La Terra ed il Regno spirituale sono due mondi separati, che sotto la rinuncia dell’uomo possono rendere l’uomo felice. Il mondo spirituale pretende una totale rinuncia di ciò che è desiderabile sulla Terra, ma per provvedere poi in modo ultraricco l’uomo con dei beni che sono incomparabilmente più preziosi che i beni terreni. Finché l’uomo è ancora sedotto da cose di questo mondo terreno, non è ancora ricettivo per ciò che gli viene offerto dal Regno spirituale. Quindi, dapprima si deve staccare, cioè liberare da bramosie terrene, deve essere silenzioso in Dio, non desiderare più nulla della sua vita terrena, deve affidarsi fiducioso a Dio ed accogliere dalla Sua Mano ciò che Lui gli vuole offrire. Allora potrà ricevere del Bene spirituale secondo la forza del suo desiderio, perché appena l’uomo è pronto a rinunciare al bene terreno, è libero dall’amore dell’io, questo si è mutato nell’amore disinteressato per il prossimo, è pronto a dare, perché non pretende più nulla per sé. Quindi la prestazione di rinuncia ai beni del mondo avrà sempre per conseguenza un’attività nell’amore, perché appena riceve il Dono spirituale, questo lo spinge a dare ad altri i beni spirituali come anche quelli terreni, perché ora si trova nell’Agire d’Amore di Dio e non può fare altro che agire nell’amore. Perciò l’uomo deve condurre costantemente una lotta contro le sfide del mondo, cioè deve cercare di superare il fascino di questo, perché solo allora può stabilire il legame con il mondo spirituale che gli procura ora dei beni che hanno consistenza anche nell’Eternità.
Amen
Tradotto da Ingrid Wunderlich