Fonte: https://www.bertha-dudde.org/it/proclamation/2298
2298 L’ozio - L’attività regolata
11 aprile 1942: Libro 32
L’attività regolare porta in sé la Benedizione in quanto protegge l’uomo dai vizi dell’ozio. Questo non è per nulla insignificante, perché per lo sviluppo verso l’Alto dell’anima l’ozio è il più grande pericolo. E’ per così dire un retrocedere nello stato dell’inattività che l’essenziale aveva sopportato nella volontà legata nello stadio iniziale del suo sviluppo, quindi un abuso della libera volontà che permette una vivace attività. L’attività è vita, l’inattività è morte. Quindi l’essenziale, l’anima, dà il privilegio allo stato di morte e mette sé stessa contemporaneamente in pericolo di cadere nei più diversi vizi, perché appena l’uomo è inattivo, si spingono avanti le brame del corpo, questo vuole procurarsi dalla vita ciò che è possibile solo in godimenti e gioie terreni. Lo stato di attività invece, è un pericolo per l’anima solamente, quando l’uomo è disposto così materialmente che attraverso la sua attività vuole aumentare i suoi beni terreni. Malgrado ciò essere attivo è un servire. E con ciò l’uomo adempie inconsciamente il compito che gli è assegnato per il tempo terreno. Perché benché esegua senza amore quest’attività servente, viene cambiata comunque di nuovo in sé la materia, cioè lo spirituale in lei viene aiutato al servire attraverso una continua trasformazione che porta con sé ogni attività, sia direttamente o indirettamente attraverso l’attività insegnante. Perciò l’ozio dev’essere combattuto con il massimo fervore e l’uomo chiamato all’attività più fervente, perché su ogni attività riposa una Benedizione finché non viene eseguita a danno del prossimo, perché preservarlo dalla retrocessione animica è vero amore per l’uomo. Le durezze della vita terrena sono da comparare solo approssimativamente con lo svantaggio che sorge all’anima da una vita terrena, nella quale per l’apparente rispetto all’uomo vengono tenute lontane le pretese che consistono nell’attività regolata. L’uomo può maturare solo attraverso quest’ultima, perché non gli può mai rimanere risparmiato il servire. Ma chi vuole servire, dev’essere attivo, ma l’ozio esclude un servire, l’uomo approfitta piuttosto dell’attività servente per sé, quando è sempre soltanto per la Benedizione del servire.
Amen
Tradotto da Ingrid Wunderlich