1406 La mancanza di umiltà - Il pensare errato
2 maggio 1940: Libro 23
E’ indicibilmente difficile rendere chiaro agli uomini l’errato del loro pensare, se manca loro l’umiltà interiore. Non si può spiegare loro nulla, perché sono convinti di comprendere tutto, e perciò non vogliono farsi istruire. E malgrado ciò sono molto distanti dal giusto pensare. Ed anche se a loro vengono fornite delle insolite dimostrazioni, ne passano al di sopra con una indifferenza, perché a loro sembra disagevole un approfondimento. Perché devono ben ammettere a loro stessi, che il loro cammino di vita non è come viene preteso da Dio, ed ogni affermazione di ciò che temono, è per loro spiacevole ascoltare. Questi sono degli uomini, ai quali manca la seria volontà di giungere in Alto. Considerano la vita terrena ed il suo adempimento come serio dovere e pensano al loro Creatore solo in tempi di miseria. Ma non conoscono la vera adorazione di Dio nel cuore, e perciò non riconoscono nemmeno la Parola di Dio per ciò che è, come un Mandato dal Cielo, offerto nell’Amore agli uomini, che trasmette loro smisuratamente Forza e Grazia, che non può mai e poi mai più rubare loro Forza e Tempo. E’ ben comprensibile, che dei dubbi nella Verità di questa Parola possono ben renderla non credibile agli uomini e costoro considerano tali Mandati con una certa prudenza, ma rifiutano altrettanto un serio esame di questi, perciò non possono nemmeno giudicare bene e rimangono lontani dalla Parola divina, dove viene portata così vicina a loro. E soltanto il più grande Amore e Pazienza può procurare che anche costoro prendano conoscenza del contenuto dei Mandanti dall’Alto. Certo, questi continueranno ad urtare contro il rifiuto, ma se possono essere sottoposti, può ancora avere successo un cambiamento del pensare. Per tali uomini passa soltanto ancora molto tempo, prima che li afferri la straordinaria Grazia, e questo tempo è deplorevolmente perduto per l’Eternità.
Amen
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